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BAMBINI UN PO’….BALLERINI

Consigli per i genitori

BAMBINI UN PO’….BALLERINI

Non esistono miracoli per affrontare problemi, piuttosto soluzioni efficaci. Per lavorare con bambini con disattenzione, iperattività, è importante preparare alcune strategie in aiuto al bambino.

I genitori, così come i bambini, possono affrontare e rispondere con razionalità, senza allarmismi, l’eventualità dell’insuccesso. È necessario prendere atto, sin dall’inizio, che il bambino con disturbo dell’attenzione rappresenta una sfida molto difficile per un adulto il quale, talvolta, prova un senso di frustrazione per il comportamento esasperante che questi manifesta. Non bisogna per questo drammatizzare.

 

 

 

 

 

 Alcuni suggerimenti…. Per voi genitori

 

Il DSM-5 definisce il Disturbo da deficit di attenzione/iperattività come un pattern persistente di disattenzione e/ o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento o lo sviluppo.

Fondamentalmente il bambino iperattivo o disattento è portatore di due categorie di difficoltà:

  • Incapacità a concentrarsi e mantenere costantemente l’attenzione durante il problem solving,
  • Impulsività (o scarsa inibizione della risposta) sia nel contesto scolastico che in quello sociale.

Nell’ambiente scolastico il bambino spesso non riesce a prestare l’attenzione, è irrequieto, lavora in maniera disorganizzata e disordinata, con delle notevoli difficoltà nei compiti che richiedono un costante ed elevato livello di concentrazione.

Nell’ambiente domestico, le difficoltà di concentrazione e di impulsività si tramutano nella incapacità di seguire le istruzioni, nella disorganizzazione delle attività di gioco o di lavoro e nella difficoltà a svolgere compiti che richiedono impegno e che devono essere eseguiti secondo una sequenza ben precisa di azioni.

 

Intervento educativo

Il modello di Vygotsky e Luria è stato tradotto in un programma di insegnamento dell’autoistruzione che si basa sull’apprendimento per imitazione (modeling) dell’uso della verbalizzazione interna (autoistruzione) da parte del bambino. Al modeling seguono poi altre fasi programmate con attenzione, al fine di insegnare l’uso autonomo delle autoistruzioni verbali durante il problemsolving.

Il training di autoistruzione verbale prevede la scelta del compito, il modeling cognitivo, auto istruzioni esplicite, modeling di autoistruzioni esplicite ridotte, pratica nell’autoistruzione esplicita ridotta, modeling di autoistruzioni implicite (interne), pratica dell’autoistruzione implicita.

La scelta del compito richiede, da parte del bambino, una concentrazione prolungata e l’applicazione di una strategia per la loro corretta esecuzione. Le informazioni ricavate dalle varie procedure, aiuteranno l’adulto a scegliere i compiti con un livello di difficoltà adatto al soggetto.

Attraverso il modeling cognitivo l’adulto mostra al bambino come si dovrebbe procedere correttamente alla soluzione del compito, spiegando a se stesso, a voce alta, le fasi in cui si compone una buona strategia razionale di problem solving partendo dalla definizione e comprensione del compito, passando per l’individuazione delle varie possibilità di risolvere il problema, alla scelta e all’applicazione della strategia, all’auto monitoraggio dei progressi verso la soluzione, all’autovalutazione ed auto rinforzo, fino ad arrivare alla scelta di un approccio alternativo nel caso di insuccesso.

L’adulto fa eseguire di nuovo il compito al bambino il quale ora è lui a darsi autoistruzioni verbali per guidarsi da solo verso la soluzione. Sicuramente non è un passo facile, poiché richiede la partecipazione attiva proprio da parte del bambino. Durante l’esecuzione l’adulto può già iniziare a rendersi conto del modo che il bambino ha spontaneamente adottato per autosomministrarsi le istruzioni, rilevando anche la natura delle sue auto verbalizzazioni.

Nella pratica dell’autoistruzione esplicita l’obiettivo è quello di aiutare il bambino a comprendere la natura e l’utilità delle autoistruzioni autentiche e vere. L’adulto ascolta con attenzione il bambino e, invece di far imitare il suo comportamento, lo aiuterà a formulare autonomamente pensieri ed autoistruzioni.

Nel modeling di autoistruzioni implicite (interne) l’adulto muoverà leggermente le labbra, assumerà un atteggiamento riflessivo, farà alcuni movimenti come se stessero controllando due alternative separatamente. Prima del modeling verranno comunicati al bambino gli aspetti cognitivi su cui l’adulto concentrerà poi le proprie riflessioni ed auto istruzioni.

La pratica dell’autoistruzione implicita è il passo conclusivo del training sull’autoistruzione verbale, durante il quale il bambino rifletterà in autonomia sullo svolgimento del compito ed userà auto istruzioni interne.

Poiché a questo livello vengono usate delle autoistruzioni implicite, non si potrà controllare direttamente la sua dinamica del pensiero, tuttavia osservando il comportamento si potranno ottenere alcune indicazioni su come il bambino si confronta con il compito.

Per comprendere le modalità di auto somministrazione delle istruzioni, l’adulto potrebbe formulare alcune domande chiarificatorie, per esempio: “A cosa stavi pensando?”, “Potresti, per favore, spiegarmi quale strategia hai applicato?”

 

Insieme possiamo lavorare per rendere più facile il percorso a casa con il vostro bambino.

 

 

 

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